Capacità propriocettiva della spalla nella sindrome da impingement

Qualsiasi movimento è l’espressione di vari processi come: l’attenzione, la percezione, la motivazione, la memoria, il problem solving. Un esempio di ciò è il movimento di reaching della spalla che risulta, quindi, suddiviso in sequenze specifiche che integrano le informazioni visive e propriocettive afferenti grazie all’azione efferente dell’arto superiore.

Gli squilibri, nell’attività muscolo-scheletrica negli stabilizzatori scapolari, sono stati descritti spesso nei soggetti con sofferenza da sindrome da impingement, soprattutto nella popolazione anziana dove la cinematica dei movimenti degli arti sono influenzati dall’invecchiamento, costringendo così gli anziani a compensare il deterioramento di altri sistemi, come l’attività visiva e propriocettiva.

Un trial, in particolare, ha dimostrato che la spalla possiede capacità propriocettive. Tale capacità diminuisce nella sindrome da impingement e non solo a causa del dolore. I meccanismi deficitari, con cui le modificazioni degli input propriocettivi periferici di una struttura lesa possono determinare un deficit nel senso della posizione articolare, sono lesioni a carico dei meccanocettori periferici, che possono modificare funzionalmente le vie somato-sensoriali centrali, con coinvolgimento della corteccia nella complessa integrazione di input propriocettivi articolari.

Da queste premesse, alcuni autori, hanno provato ad esaminare la propriocezione dell’articolazione della spalla e la capacità di memorizzare una posizione target, di riprodurla e di integrare informazioni visive e propriocettive attraverso uno specifico dispositivo valutativo e riabilitativo, il SPRT.

Il SPRT è composto da un pannello con vari target: il soggetto esegue il compito una volta, con la guida del fisioterapista, raggiungendo il primo target attraverso un movimento della spalla, partendo dalla posizione di rifermento.
Il secondo test, ovvero la capacità discriminatoria propriocettiva della spalla, viene eseguito in un ambiente buio, con il soggetto bendato. Il soggetto deve raggiungere la posizione-target richiesta dall’esaminatore, prima in modalità passiva e poi attiva.

Queste evidenze hanno permesso trials di approfondimento, suggerendo e dimostrando risultati di trattamento e di follow up in cui l’esercizio terapeutico cognitivo non solo è altamente efficace nel migliorare la funzione nei pazienti con sindrome da conflitto di spalla, ma di gran lunga più efficace nel diminuire il dolore rispetto, ad esempio, ai trattamenti riabilitativi tradizionali.

 

FONTI
Neurocognitive therapeutic exercise improves pain and function in patients with shoulder impingement syndrome: a single-blind randomized controlled clinical trial.Teresa Paolucci,Federico Zangrando, Giulia Piccinini, Federico Sciarra, Rocco Pallotta, Alice Mannocci, Giuseppe la Torre, Fabiano Bini, Franco Marinozzi, Stefano Gumina, Luca Padua, V.Saraceni
A New Neurocognitive Interpretation of Shoulder Position Sense during Reaching: Unexpected Competence in the Measurement of Extracorporeal Space.